Il Covid-19 ha colpito duramente chi soffre di scompenso cardiaco: ecco i dati dello studio lombardo, i fattori di rischio e le strategie.
Il legame tra Covid-19 e scompenso cardiaco è stato messo in evidenza fin dai primi mesi della pandemia, ma solo recentemente un’importante ricerca italiana ha analizzato in modo sistematico l’impatto del virus su chi soffre di cuore stanco. I risultati sono chiari: il mix tra infezione e insufficienza cardiaca può risultare letale, soprattutto nei pazienti più giovani. Lo studio rappresenta un punto di riferimento per la prevenzione e la gestione clinica.

I dati dello studio lombardo
A fornire queste evidenze è una ricerca condotta dall’Università Statale di Milano e dall’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni, con la collaborazione del Policlinico di Milano, Università di Perugia e Università di Siena. Pubblicata sull’International Journal of Cardiology, l’analisi ha utilizzato i dati dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Lombardia, esaminando oltre 100.000 persone con scompenso cardiaco e 400.000 senza, tra i 40 e i 109 anni, tra febbraio e ottobre 2020 – prima dell’introduzione dei vaccini.
Come riportato da ilgiorno.it, dallo studio emerge che l’incidenza di infezione da Covid-19 è 3 volte superiore nei pazienti con scompenso cardiaco rispetto a chi non ne soffre. Il rischio di ricovero è 4 volte più alto e la mortalità per tutte le cause è 10 volte maggiore. Particolarmente preoccupante il dato relativo ai pazienti più giovani: “il tasso di mortalità risulta particolarmente elevato nei pazienti più giovani con scompenso cardiaco (25 volte maggiore rispetto ai coetanei senza la patologia)”. Nei soggetti più anziani, il rischio resta comunque doppio.
Le raccomandazioni degli esperti
Secondo il professor Giuseppe Ambrosio dell’Università di Perugia, “l’età, il sesso maschile, il numero dei ricoveri per scompenso cardiaco nei 5 anni precedenti l’esordio di Covid-19 e le co-morbilità presenti rappresentano un fattore di rischio sia per l’infezione che per la mortalità da Covid-19”.
Il professor Antonio Pontiroli dell’Università Statale di Milano sottolinea l’importanza della prevenzione: “le persone con scompenso cardiaco sono a grave rischio di complicanze da Covid-19 e quindi necessitano di strette misure preventive per evitare il contagio e di sostegno una volta accertata una diagnosi di Covid”. Tra le misure raccomandate ci sono la vaccinazione annuale anti-Covid, evitare accessi non urgenti al pronto soccorso e vaccinarsi contro l’influenza. “Anche il trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco deve essere molto tempestivo, per evitare l’aggravamento dell’infezione e quindi una prognosi sfavorevole”. Come scritto da ilgiorno.it